Rione Ponte

Il nostro viaggio alla ricerca delle radici della nostra bella e malinconica città eterna prosegue nel Rione Ponte, fra le sue strade tortuose e le sue Madonne, che sembrano volerci strappare, anche solo per pochi istanti, al frastuono dell’elegante Corso Vittorio e all’ufficialità del Senato, per trasportarci in un tempo dimenticato forse troppo presto. Aggirandosi per gli angusti vicoli, sembra ancora di poter sentire i suoni metallici delle officine dei “paternostari”, o di avvertire l’odore acre delle pelli conciate nei pressi dell’antica via Recta; sembra di poter sentire ancora le voci concitate dei cambiavalute che animavano la ricca via de’ Banchi, o quelle di una folla plaudente e salmodiante al seguito del venerato pontefice. E lì, nella piazza di Ponte Sant’Angelo, nel traffico rumoroso e intenso del lungotevere, sembra ancora di poter udire, flebile, la voce della bella e sfortunata Beatrice, vittima di un mondo oramai lontano, spazzato via dai “muraglioni” e dal tempo. Così, con le sue pietre e le sue leggende, con il suo volto violato ma ancora vivido, il rione sembra volerci regalare ancora qualche eco della sua storia.