Dell’antichissima città di Sutri

Torniamo a raccontarvi le nostre attività con un resoconto sulla visita guidata di Sutri, un’occasione unica per conoscere la storia di questa misteriosa e antichissima città.

Sutri sorge lungo la via Cassia ed è stata nel corso dei secoli, prima importante città etrusca, poi romana ed infine importante centro medievale lungo il percorso della via francigena. Importante città anche per il papato tanto che nel 1046 si tenne qui un Concilio quando a Roma c’era la guerra delle investiture e ben tre erano gli aspiranti al soglio pontificio.

Secondo una leggenda sarebbe stata fondata da Saturno, inteso come la divinità che insegnò agli uomini le tecniche dell’agricoltura, ed è tuttora presente nello stemma della città, raffigurato a cavallo e con tre spighe in mano.

La nostra visita è iniziata dall’antico anfiteatro, interamente scavato nel tufo. Realizzato tra il primo secolo A.C. ed il primo secolo D.C. rimase poi completamente sepolto fino al suo rinvenimento casuale e quindi riportato alla luce appena ai primi del ‘900. Oggi, ricoperto da un bel manto erboso, mostra diversi segni erosivi che ne hanno compromesso la struttura specialmente nelle gradinate ma conserva intatto il suo fascino monumentale.

Percorrendo dei sentieri attraverso cui ci siamo addentrati nella vegetazione del parco archeologico abbiamo raggiunto le “tagliate”, altre opere ciclopiche realizzate dall’abilità ingegneristica degli etruschi. Si tratta di “strade” interamente scavate nel tufo, lunghe da alcune centinaia di metri ad un chilometro e larghe circa tre, con le pareti perfettamente a strapiombo. Non si conosce esattamente il significato, pratico o simbolico, che avevano questi percorsi, certo è che venivano realizzati nelle vicinanze delle necropoli. Successivamente vennero utilizzati dai romani come vie di accesso, a causa del particolare timore che nutrivano nei confronti della selva cimina che all’epoca appariva loro oscura ed impenetrabile.

Di grande interesse è anche il mitreo, realizzato in epoca romana unendo tra di loro alcune tombe a camera di epoca etrusca. Nei primi secoli del cristianesimo fu quindi trasformato in una chiesa dedicata al culto di San Michele Arcangelo e successivamente al culto di Santa Maria del Parto. Questa è senz’altro una delle tante particolarità che caratterizzano Sutri in cui civiltà diverse si sono sovrapposte e fuse senza soluzione di continuità.

Sempre ai piedi dell’odierna città di Sutri, sorgeva un fiorente borgo di artigiani oggi completamente scomparso. Molte erano le botteghe e le confraternite, come quella dei calzolari, che davano assistenza ai pellegrini che percorrevano la via francigena e che qui trovavano un importante punto di sosta prima di arrivare a Roma.

Molte ancora le leggende legate a questo luogo, come quella secondo la quale proprio qui, in una delle tante grotte etrusche scavate nel tufo, sarebbe nato il paladino Orlando. Si narra infatti che Carlo Magno avesse ripudiato la sorella Berta a causa della sua relazione con il guerriero Milone da cui aspettava un figlio. Anni dopo, quando Orlano era già un ragazzo, Carlo Magno si trovò a passare per Sutri nel suo viaggio verso Roma dove sarebbe stato incoronato imperatore. Riconosciuto il nipote lo prese con sé come fidato paladino della corona.

A Villa Savorelli, circondata dal “bosco sacro” di lecci, si possono ammirare diversi esempi scultorei della tauroctonia e nel museo, realizzato nell’edificio di un antico ospedale, la statua bronzea dell’Efebo, rinvenuta in un campo da un contadino. Nei pressi di Sutri e lungo tutta la via Cassia infatti erano molte le ville dei patrizi romani.

La nostra visita si è conclusa alla cattedrale di cui abbiamo visitato la cripta. Patrona della città è Santa Dolcissima, che probabilmente patì il martirio sotto Diocleziano. Sono poche le notizie storiche sulla sua vita ed anche l’origine del nome non è chiara. Viene festeggiata il 16 settembre e per l’occasione si può assistere ad un suggestivo spettacolo di fuochi artificiali che vengono sparati proprio dall’anfiteatro.

Silvia Spalatin

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