Garbatella • La Città giardino

Forme e storia del quartiere romano

Info brevi

Forme e storia del quartiere

Il 18 Febbraio del 1920, il Re Vittorio Emanuele III pose la prima pietra per la realizzazione del quartiere Garbatella.

La Garbatella rappresenta il quartiere ideale, la città-giardino ispirata alle garden city inglesi, dove il rapporto uomo-natura si trova in un equilibrio perfetto.

All’interno dei lotti, si ritrovano spazi dedicati alla coltivazione, al gioco per i bambini ed alla socialità: la caratteristica fondamentale di questo quartiere è lo spirito di comunità che si crea tra gli abitanti, aiutato dalla sua particolare costruzione.

Passeggeremo nella storia del quartiere, tra i nomi di coloro che lo hanno immaginato e costruito. Un viaggio in uno spazio medievaleggiante dove il tempo sembra essersi fermato


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Un assaggio della visita guidata

La Garbatella è situata sui colli che sovrastano la piana fluviale dove sorge la Basilica di S. Paolo “extra moenia”.

L’impianto urbano, complice l’andamento collinare, indulge romanticamente al pittoresco, ma l’edilizia interpreta magistralmente la irregolarità delle maglie trapezoidali del tessuto viario con tipi edilizi che, in origine, non superavano i tre piani.

Nonostante la ricca varietà di soluzioni architettoniche, il quartiere mantiene una decisa omogeneità di stile dovuta al cosiddetto “Barocchetto romano” come lo battezzarono i suoi creatori Gustavo Giovannoni e Innocenzo Sabatini, uno stile appartenente alla cosidetta architettura minore, che si rifà allo stile medievaleggiante, alla ricerca dell’abbellimento dell’insieme attraverso il particolare: ogni elemento architettonico “utile” sarebbe stato prodotto artigianalmente. Massima espressione del Barocchetto romano è il primo lotto costruito in piazza Brin. Contribuirono all’omogeneità architettonica le opere di architetti di elevato livello culturale come il notissimo Marcello Piacentini, l’igegnere-architetto Costantino Costantini progettista dell’obelisco e della piscina olimpionica coperta del Foro Italico, Felice Nori autore del prospetto novecentesco di palazzo Madama in piazza S. Eustachio, Mario De Renzi autore di molti edifici di edilizia economica e popolare di gran pregio.

Alcuni degli edifici sono “firmati” nel senso che gli architetti apposero il loro nome sugli stessi. E’ da rimpiangere che , trattandosi di edilizia economica e popolare, l’apparato decorativo degli edifici sia stato realizzato, per ragioni di risparmio, in stucco e calce bianca anziché, come avrebbe meritato, in pietra.

Il quartiere non ha un asse vero e proprio, ma si “appoggia” – per così dire – a Via delle Sette Chiese, antica contro radiale che aveva la funzione di collegare S. Paolo all’Ardeatina ed alla via Appia

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