In Ungheria si promuovono le favole

Nel nostro viaggio a Budapest, Krisztina, la nostra guida, ci ha raccontato una storia molto interessante…

Poco tempo fa i mezzi pubblici della capitale magiara sono stati tappezzati da una campagna pubblicitaria alquanto strana. Per i non ungheresi sarà stato difficile interpretarne il significato ma l’obiettivo della campagna fu tanto semplice quanto rivoluzionario.

FavoleUngheresi_RadiciNelMondo

Hai mai raccontato una storia a tuo figlio?

Questo era lo slogan della Campagna di Mediaunio (importante Onlus ungherese). Una campagna che si inserisce in un contesto più ampio dove il Governo, le Istituzioni ed il terzo settore da anni si stanno mobilitando per tutelare il patrimonio della Fiaba.

La comunità ungherese è molto abituata al racconto, la favola tuttora è un motivo vivo nella società che viene mantenuto e rinforzato proprio perché ha un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell’individuo.

Si dice che i bambini, attraverso le favole, imparino a vincere le paure. Capiscono inoltre che nella vita non importa essere ricchi, ma intelligenti e sinceri. Solo così otterranno fortuna.”

“In Ungheria vivono più di 470 mila principesse che vorrebbero sposare il principe che vince il drago”
Così recita il fiabesco slogan di un video promozionale che ha accompagnato la campagna di Mediaunio.

Qui invece una pubblicità che parla di come le favole aiutino i bambini a comprendere l’importanza del Sapere. Il ragazzo delle favole è sempre povero, ma con l’intelligenza supera le difficoltà ed ottiene la mando della principessa e metà del suo regno.

Pensate inoltre che in Ungheria esistono numerosi siti dedicati alle favole ed all’importanza del racconto. Non mancano ovviamente i blog delle mamme e dei nonni con i consigli di come, quando e quali tipi di favole raccontare! Ve ne citiamo alcuni giusto per capire di cosa si parla:

“Ogni cultura ha le sue favole e i suoi motivi che ogni bambino deve ascoltare. Anche se sembrano arcaiche e non adatte al mondo moderno, sono capaci di affascinare tutte le generazioni. Possono cambiare le circostanze, ma tutti dobbiamo crescere e lasciare il nido dei genitori. I protagonisti delle favole sono poveri e disgraziati. Il bambino si identifica con gli eroi ed impara le regole morali… Quando un bambino vuole sentire una favola più volte, è perché ha trovato una soluzione a qualche suo problema, senza saperlo ovviamente.” Fonte: mesedoktor.hu

 

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“La favola è il mezzo più importante per sviluppare l’intelligenza emotiva. La situazione intima del racconto dà una sicurezza emotiva, un’atmosfera tranquilla, piena di amore, un rito che ti lascia rilassare e chiudere bene una giornata movimentata. Quando il bambino ascolta il genitore, ascolta anche se stesso, crea delle immagini di fantasia che lo aiuteranno ad elaborare lo stress e le paure accumulate durante la giornata.” Fonte: lilapuli.hu

Secondo un sondaggio inglese solo nel 7 % delle famiglie si raccontano le favole. I bambini sono abituati alle immagini delle tv e dei computer. Le famiglie non hanno neanche libri ed i genitori spesso riferiscono di essere troppo “adulti” . Non hanno tempo da dedicare ai racconti.

Cosa può dare in più il racconto?

Ascoltare una favola significa “elaborare” – nel senso psicologico. I disegni di un libro possono aiutare ad apprezzare un libro ma quello che importa è l’immaginazione. La favola che ha più valore è quella che raccontiamo senza libro!

Tv o racconto?
Con gli occhi dello psicologo: “raccontare favole ai bambini è importante perché i bambini si creano delle immagini interne. Dopo un po’ di tempo cominciano a concentrarsi non su chi racconta ma su se stessi, cominciano a guardare un cinema interiore. Questo tipo di elaborazione scioglie lo stress, il bambino si rilassa. Certe volte si abbassa perfino la febbre!!! Inoltre, si possono toccare degli argomenti difficili come la vita e la morte, il buono e il cattivo.
Il bambino che sta davanti la tv, non riesce a concentrarsi interiormente, l’immaginazione si blocca e si blocca anche il fisico. Per quanto il cartone animato sia innocuo, l’assenza dell’elaborazione e del movimento rende il bambino aggressivo.”

Concludiamo questo approfondimento ringraziando Krisztina di “Studio Italia – Destinazione Ungheria” per i contenuti e le fonti. Senza di lei non avremo scoperto questa favolosa storia!

 

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