Il valore delle Radici nel Trono di Spade

Chi non ha ancora visto l’ultima puntata della celebre serie, è tenuto ad allontanarsi immediatamente da questa pagina perché parleremo di come finisce la stagione e di come lentamente, verso il finale, il valore delle Radici esploda in un tripudio assoluto affermandosi come contenuto chiave della serie.

Il discorso da cui prendiamo le mosse è quello di Tyron che svela la morale finale del Trono di spade e scioglie ogni nodo fino ad ora creato:

Non esiste nulla di più potente di una bella storia.

Niente è in grado di fermarla. Nessun nemico può sconfiggerla.

E chi ha una storia migliore di Bran lo Spezzato?

Sapeva che non avrebbe più camminato,

così ha imparato a volare.

Si è spinto oltre la Barriera…

un ragazzo storpio…

ed è diventato il Corvo con Tre Occhi.

È la nostra memoria…

il custode di tutte le nostre storie.

Le guerre, i matrimoni,

la nascite, i massacri, le carestie.

I nostri trionfi…

le nostre sconfitte…

il nostro passato.

Chi meglio di lui

per guidarci verso il futuro?

 

Cos’è che fai di noi degli uomini, se non la memoria? Quella magica capacità di riconoscersi in un filo comune, in una lunga e grande storia alla quale apparteniamo. E’ questo il motivo per cui Bran lo spezzato diventa il personaggio chiave delle ultime puntate, perché a fronte delle guerre e del dolore, dei massacri e della vanità, la nostra ultima salvezza, la nostra ultima speranza di vedere luce nel futuro risiede nella forza delle Radici. Bran rappresenta il ricordo, quello che serve agli ultimi sopravvissuti per tornare saldi coi piedi per terra e rimettere al centro ciò che di più importante c’è nell’essere umano, la capacità di ricordare.

 

 

Ricordare deriva dal latino re-cordari (da cor, cordis), “riportare al cuore” e il cuore in antichità era ritenuto la sede della memoria.

Nel tempo della distruzione delle città, dello smembramento dei regni, tra le rovine risorgerà l’uomo nella sua fragile bellezza, nella sua tormentata meraviglia.

Se dovessimo scegliere la strofa di una canzone per descrivere l’ultima epica puntata di questa stagione sceglieremo sicuramente questa:

Non c’è lama che possa recidere la languida catena, generazione su generazione.

Cosa ci insegna quindi l’ultima puntata del Trono di Spade?

Per quanti sforzi si possano compiere nella direzione inversa, lo sgretolamento della storia non avverrà mai in modo completo fino a quando, anche un solo uomo potrà dire, io ricordo, io sono.

 

Andrea Moi
Radici nel Mondo

 

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