Sabir. Quando il Mediterraneo parlava una sola lingua

In molti pensano che la storia ed il passato siano sinonimo di arretratezza. Che i popoli guerreggiavano, torturavano, vivevano nell’ignoranza e nell’ottusità. Ad esempio, in molti, rievocano le crociate per parlare di fondamentalismo religioso e parlano di MedioEvo per indicare l’oscurantismo. Tutto ciò che è stato deve essere abbandonato, come se il tempo e la storia fossero un costante miglioramente dell’uomo e della terra. Basta alzare gli occhi per capire che non è affatto così e che la storia è assai più complicata. Partiamo dal Mediterraneo, il Mare Nostrum. Quello che oggi ha un colore blu scuro, misto al sangue di chi parte, un mare diventato montagna, cortina di ferro tra il mondo in “pace” e quello in guerra. Per più di mille anni il Mediterraneo è stato invece un’autostrada, un porto, un crocevia di culture, storie, popoli, soldati e mercanti. La parentesi delle crociate rappresenta all’incirca un 5% di quello che possiamo definire in modo approssimativo MedioEvo. Fatti di sangue si, ce ne furono, guerre anche, ma mai come allora il Mediterraneo fu luogo di incontro. La più grande dimostrazione di questo fatto storico sta nella Lingua Sabir, anche detta Lingua franca-mediterranea. Un’idioma parlato in tutti i porti del Mediterraneo, un misto di Italiano, francese, spagnolo ed arabo, indispensabile per chiunque volesse lavorare sul mare o con il mare.

Fu chiamato anche “Petit Mauresque”, il nome “Sabir” è forse una storpiatura del termine “Saber” cioè sapere. Nel 1830 viene addirittura pubblicato un dizionario di questa lingua del mare.
Dictionnaire de la langue franque ou Petit mauresque, manuale scritto in lingua francese in occasione della spedizione francese in Algeria per la conquista di Algeri.
Secondo il Professore Glottologia e Linguistica Guido Cifoletti “La stabilità temporale del fenomeno linguistico, protrattosi sicuramente per almeno tre secoli, e l’estensione del suo uso a tutti i casi della vita quotidiana, fanno della lingua franca barbaresca la più antica e più longeva lingua pidgin di cui si abbia notizia.” Tutt’oggi, nell’ambito navale, sopravvivono alcuni termini della lingua “Sabir” come ad esempio vira e ‘maina.
Per chi fosse curioso di sentire recitare il sabir lo invitiamo ad ascoltare il Nuovo CD “Cafè Loti” scritto e suonato da Nando Citarella, Stefano Saletti e Pejman Tadayon. All’interno del disco potrete ascoltare il brano “Brigante d’o sabir”.

Vi copiamo inoltre un estratto sabir del Padre Nostro.

Padri di noi, ki star in syelo, noi voliri ki nomi di ti star saluti. Noi volir ki il paisi di ti star kon noi, i ki ti lasar ki tuto il populo fazer volo di ti na tera, syemi syemi ki nel syelo. Dar noi sempri pani di noi di cada jorno, i skuzar per noi li kulpa di noi, syemi syemi ki noi skuzar kwesto populo ki fazer kulpa a noi. Non lasar noi tenir katibo pensyeri, ma tradir per noi di malu. Amen.

Link utili:

https://www.facebook.com/cafeloti/
http://www.amazon.it/Europa-Islam-Storia-malinteso-Cardini/dp/8842082813
http://www.ibs.it/code/9788888039718/cifoletti-guido/lingua-franca-barbaresca.html

 

 

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